Scheda 903 - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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SK 903 - A Mugenzai no Sono Niepokalanòw, 10 IX 1940

Maria! Cari Figli!  Con gioia sono venuto a sapere che, nonostante la bufera della guerra e la lunga interruzione delle comunicazioni fra la Niepokalanów polacca e quella giapponese, non solo Mugenzai no Sono non si è indebolita, ma anzi l'Immacolata le ha concesso l'autosufficienza materiale e la possibilità di aprire una nuova classe nel seminario per i Suoi futuri apostoli. Grazie centuplicate a Lei per tutto. È giunta pure notizia di come l'Immacolata continua a benedire fr. Celestino nella sua attività negli ospedali a favore delle anime pagane, di come fr. Zeno percorre in lungo e in largo le località circostanti con il Kishi e le stampe, e dell'influsso che l'Immacolata esercita per mezzo di lui. Sappiamo, inoltre, che la biblioteca circolante lavora con zelo per la causa dell'Immacolata in mezzo alle anime che ricercano la verità; che si fanno degli sforzi per aiutare la gente vicina di Hongochi; che la “Lourdes”1 di Mugenzai no Sono attrae molte anime al Cuore della comune Madre di tutti gli uomini, l'Immacolata. Grazie a Lei per tutto.  Ma quando sorgerà una Niepokalanów cinese a Shanghai? Quando nell'Annam? Quando l'Immacolata realizzerà questi sogni, sicché i rappresentanti dell'Estremo Oriente, che fanno uso della “kanji”2, si preparino nel seminario di Nagasaki a conquistare le anime dei loro connazionali all'amore di Dio nell'Immacolata? Ella stessa stabilisca i termini, ma noi, da parte nostra, preghiamo affinché quel momento arrivi quanto prima.  In effetti, la preghiera è un mezzo sconosciuto, e tuttavia il più efficace per ristabilire la pace nelle anime, per dare ad esse la felicità, poiché serve per avvicinarle all'amore di Dio. La preghiera fa rinascere il mondo. La preghiera è la condizione indispensabile per la rigenerazione e la vita di ogni anima. Per mezzo di essa s. Teresina è diventata, senza abbandonare le mura del proprio convento, la patrona di tutte le missioni e non titolare soltanto, come l'esperienza dimostra.  Preghiamo anche noi, preghiamo bene, preghiamo molto, sia con le labbra che con il pensiero e sperimenteremo in noi stessi come l'Immacolata prenderà sempre più possesso della nostra anima, come la nostra appartenenza a Lei si approfondirà sempre più sotto ogni aspetto, come le nostre colpe svaniranno e i nostri difetti si indeboliranno, come soavemente e potentemente ci avvicineremo sempre più a Dio. L'attività esterna è buona, ma, ovviamente, è di secondaria importanza e ancora meno in confronto con la vita interiore, con la vita di raccoglimento, di preghiera, con la vita del nostro personale amore verso Dio. Solo attraverso la preghiera è possibile raggiungere l'ideale di s. Agostino: “L'amore di Dio fino al disprezzo di sé”3, a un disprezzo non solo immaginario ma reale, cosicché, conoscendo sempre meglio noi stessi, il nostro niente e le nostre debolezze, possiamo disprezzare realmente noi stessi e desiderare che gli altri ci trattino come meritiamo.  Nella misura con cui noi arderemo sempre più dell'amore divino, potremo infiammare di un amore simile anche gli altri. Sta terminando il foglio di carta, perciò finisco anch'io. Pregate pure per me, affinché io stesso innanzi tutto realizzi quel che raccomando a voi.  L'Immacolata, cari Figli, vi benedica in ogni cosa sempre e ovunque, vi stringa al suo Cuore materno in tutte le vostre afflizioni, tentazioni e difficoltà, infonda in voi tutti e in ciascuno in particolare moltissima pace, quella pace interiore dell'anima di cui il mondo non sa proprio nulla, accresca il vostro coraggio, affinché nessuno di voi ritragga nulla della donazione deposta davanti a Lei nell'atto di consacrazione, affinché Ella stessa possa disporre liberamente di tutta la nostra vita, morte ed eternità e di tutte le facoltà dell'anima e del corpo, di tutto il nostro essere.  Vostro   fr. Massimiliano M. Kolbe

Nota 903.1 La grotta costruita a Mugenzai no Sono sul modello della grotta di Massabielle a Lourdes, dove apparve la Madonna nel 1858. Nota 903.2 Cf. SK 673, Nota 3.  Nota 903.3 “Due diversi amori generarono le due città: l'amore di sè portato fino al disprezzo di Dio generò la città terrena; l'amore di Dio portato fino al disprezzo di sè generò la città celeste” - S. AGOSTINO, De Civitate Dei, XIV, 28.





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